Il sistema linfatico è l'insieme degli organi del nostro corpo che presiedono alla formazione dei linfociti (globuli bianchi che hanno il compito di reagire in modo specifico nei confronti di qualsiasi agente estraneo o antigene) e provvedono alla circolazione nell'organismo della linfa (un liquido di aspetto chiaro e limpido, con costituzione simile a quella del sangue: una parte liquida contenente proteine e grassi ed una parte corpuscolata formata da globuli bianchi, soprattutto linfociti).
I linfomi non-Hodgkin, come altre forme di tumore, sono una malattia delle cellule, che normalmente si riproducono in modo ordinato e controllato, ma che possono "impazzire" andando a formare una massa tumorale. Pur non conoscendone le cause, si è accertato che il linfoma non-Hodgkin insorge soprattutto come conseguenza di malattie del sistema immunitario (sia ereditarie, sia legate all'A.I.D.S.). Anche alcune infezioni virali e malattie autoimmuni (cioè causate dall'alterazione del sistema immunitario, che reagisce contro i tessuti del suo stesso organismo), l'uso di farmaci chemioterapici e la radioterapia possono favorirne lo sviluppo. Il sintomo principale di un linfoma non-Hodgkin è di solito un gonfiore localizzato al collo, alle ascelle o all'inguine, che non provoca dolore. A questo possono aggiungersi altri sintomi, tra cui: sudore eccessivo, (soprattutto di notte), febbre senza una causa chiara, perdita di peso e senso di spossatezza apparentemente immotivati. I soggetti in età pediatrica (meno di quattordici anni), inoltre, possono manifestare tosse o difficoltà respiratorie (dispnea) ed accusare dolore localizzato all'addome, conseguentemente alla presenza nella pancia di una protuberanza.
Chiunque abbia questi sintomi deve contattare al più presto il proprio medico di base o pediatra per una visita, seppur tenendo presente che trattasi di sintomi comuni anche a molte altre malattie infiammatorie ed infezioni. La diagnosi si avvale di vari esami clinici (analisi del sangue, radiografia del torace, TAC, ecc.), ma l'unico modo in cui si può accertare che trattasi di un linfoma non-Hodgkin è la biopsia dei linfonodi, che consiste nell'esaminare al microscopio un linfonodo ingrossato asportato chirurgicamente. L'intervento è molto semplice e si esegue comunemente in anestesia locale, spesso in procedura ecoguidata (cioè avvalendosi dell'aiuto dell'ecografia per localizzare esattamente la posizione del linfoma). Le metodiche terapeutiche più usate sono la radioterapia e la chemioterapia, che possono essere attuate da sole o in combinazione a seconda del caso. L'oncologo (medico specialista dei tumori) pianificherà il trattamento tenendo conto di molti fattori, quali, per esempio, le condizioni generali di salute e l'età del paziente, il tipo e la localizzazione del linfoma, nonché l'eventuale presenza di metastasi (altri tumori derivanti dal linfoma) a distanza.
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