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Patologie Pneumoncologiche

Si tratta dei tumori del polmone. I polmoni compiono il cosiddetto scambio dei gas con l'ambiente esterno. Prelevano ossigeno dall'aria, trasferendolo al sangue che lo porta in circolo in tutto il corpo e prelevano dal sangue l'anidride carbonica, che è espulsa all'esterno. Un tumore al polmone deriva da una crescita incontrollata di determinate cellule polmonari (quelle bronchi, bronchioli e alveoli), che porta alla formazione di una massa che blocca il flusso dell'aria o provoca emorragie. Conseguentemente, la presenza di una massa tumorale compromette seriamente la funzionalità di questi organi importantissimi. Il fattore di rischio più grave è il fumo, poiché contiene molte sostanze che danneggiano i bronchi o immediatamente o provocando una lenta trasformazione delle cellule in cellule tumorali. Sono a rischio anche alcune categorie di lavoratori, che vengono a contatto con amianto, metalli pesanti (cadmio, mercurio), catrame, ecc.. Esistono diverse tipologie di malattia a seconda del tessuto polmonare interessato. Una prima distinzione, solitamente è fatta tra il tumore polmonare a piccole cellule e il tumore polmonare non a piccole cellule, che necessitano di un diverso tipo di trattamento. I bronchi, i bronchioli (piccole diramazioni dei bronchi) e gli alveoli polmonari (unità funzionali del polmone) sono ricoperti da uno strato sottile di cellule (tessuto epiteliale) dalle quali origina la maggior parte (95%) dei tumori polmonari. Questo tipo di tumore è detto carcinoma (tumore maligno) broncogeno (che significa che deriva dai bronchi). Tutti gli altri casi di tumore ai polmoni originano dagli altri tessuti polmonari. Il più diffuso dei carcinomi broncogeni è il carcinoma spinocellulare (o carcinoma squamocellulare), che colpisce prevalentemente le vie aeree di medio calibro. Deriva dalla trasformazione del tessuto epiteliale in cellule maligne provocata dal fumo. Tra i tumori che colpiscono il polmone è quello con la prognosi (aspettativa) migliore. Il microcitoma (vale a dire "tumore a piccole cellule") insorge nei bronchi. Ha un'origine neuroendocrina (cioè deriva dai tessuti nervoso e/o endocrino presenti nei polmoni) ed è anch'esso correlato con il fumo. L'adenocarcinoma interessa prevalentemente i bronchioli più periferici ed è il tumore polmonare più frequente tra i non fumatori. Può derivare da lesioni polmonari contratte in passato, ad esempio causate da episodi di tubercolosi (malattia che colpisce prevalentemente i polmoni e caratterizzata dalla formazione di tubercoli, che sono particolari cellule, che si formano nell'organismo dopo che si è avuta l'infezione e nelle quali vengono intrappolati i germi responsabili) o di pleurite (infiammazione della pleura, la membrana che riveste ciascun polmone e la parete interna della cavità toracica). A livello delle vie aeree di piccolo calibro si localizza anche il carcinoma a grandi cellule. Solitamente, nella fase iniziale i tumori del polmone provocano sintomi che possono essere facilmente confusi con quelli di altre malattie polmonari: tosse, catarro, piccole perdite di sangue con i colpi di tosse (emottisi), difficoltà respiratorie, dolore al torace e perdita di peso. Con il tempo questi sintomi si aggravano ed, inoltre, il tumore può diffondersi (metastasi) direttamente alle strutture vicine (pleura, diaframma e parete toracica), attraverso il sangue a fegato, cervello, ossa, reni ed altri organi o attraverso la linfa (un liquido contenente globuli bianchi) ai linfonodi (le strutture che producono i linfociti, globuli bianchi che svolgono un ruolo molto importante nel sistema immunitario: hanno il compito di reagire in modo specifico nei confronti di qualsiasi agente estraneo). Per la diagnosi ci si avvale della radiografia o della TAC (metodica diagnostica molto sensibile che sfrutta i raggi X) del torace. Quando queste tecniche non forniscono risultati certi, si può ricorrere alla PET (una tecnica che consente di localizzare con precisione all'interno degli organi del corpo una sostanza precedentemente somministrata al paziente, detta radiofarmaco) od alla broncoscopia (esame dell'interno dei bronchi eseguito con una sottile sonda munita di microtelecamera, che è fatta passare dal naso o dalla bocca del paziente), che sono metodi più fastidiosi, ma ancor più accurati. Per impostare correttamente la terapia è necessario eseguire il prelievo (biopsia) di una frazione delle cellule tumorali e sottoporlo ad esame al microscopio (esame istologico), che ne chiarirà l'effettiva natura. Per la classificazione dell'evoluzione (stadiazione) dei tumori del polmone si usa il cosiddetto sistema TNM, che tiene conto delle dimensioni del tumore (T) originario, dell'eventuale coinvolgimento dei linfonodi (N) e dell'eventuale presenza di metastasi (M). La terapia è diversa a seconda che si tratti di un tumore a piccole cellule od a grandi cellule. In caso di tumori a piccole cellule, che sono più aggressivi, si utilizza preferenzialmente la chemioterapia (uso di sostanze in grado di uccidere le cellule tumorali). Alternativamente, e ove ciò è possibile, si può ricorrere alla radioterapia (utilizzo di radiazioni ad alta energia, come i raggi X o le radiazioni beta, ecc. in grado di distruggere le cellule tumorali). Per i tumori a grandi cellule, invece, si esegue l'intervento chirurgico di asportazione della massa tumorale.



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