Malattia del polmone caratterizzata da un aumento del tessuto connettivo (tessuto presente tra una cellula e l'altra, con funzioni di sostegno) che provoca irrigidimento e perdita di elasticità e, conseguentemente, disturbi della respirazione (dalla dispnea all'insufficienza respiratoria).
La fibrosi polmonare può avere cause sconosciute (fibrosi polmonare idiopatica) o può presentarsi come conseguenza di altre malattie polmonari di tipo professionale (pneumoconiosi, sarcoidosi), dell'assunzione di particolari farmaci, di infezioni polmonari e del fumo.
In particolare, il tipo detto fibrosi polmonare interstiziale, ha origine da una reazione immunitaria non controllata.
La diagnosi è eseguita mediante esami radiologici (soprattutto la TAC torace ad alta risoluzione) e la spirometria (test per valutare la funzionalità respiratoria) associata, se necessario, ad una broncoscopia (esame dell'interno dei bronchi eseguito con un apposito "tubo" flessibile chiamato broncoscopio) con eventuali lavaggio bronchiale (altro esame specifico eseguito con il broncoscopio) e biopsia (prelievo di un pezzetto di tessuto, seguito da esame al microscopio).
Per la terapia si utilizzano farmaci ed ossigenoterapia.
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