Sono varie proteine (identificate con un numero romano) che intervengono nelle varie fasi della coagulazione (l'insieme dei processi che portano alla solidificazione del sangue). Se n'esegue l'analisi per valutare eventuali difetti del meccanismo coagulativo del sangue. Valori normali: 60-150%.
L'esame è eseguito su pazienti che evidenziano sanguinamenti ripetuti e non altrimenti spiegabili o per controllare la terapia con farmaci anticoagulanti.
I valori sono bassi in caso di assunzione di anticoagulanti.
Si riscontra una diminuzione dei valori del fattore VIII in caso di emofilia A (l'emofilia è una malattia ereditaria caratterizzata da un difetto nella coagulazione del sangue; l'emofilia A, che è il tipo di emofilia più diffuso, è provocata dalla mancanza del fattore VIII) e di malattia di von Willebrand (il processo della coagulazione non avviene regolarmente ed i soggetti possono manifestare una tendenza alle emorragie o causate da traumi di modesta entità, che normalmente non provocano alcun danno nei soggetti "normali"). In caso di epatopatia grave (le epatopatie sono malattie del fegato di varia origine; le forme gravi sono la cirrosi e altre malattie irrisolvibili del fegato) risultano bassi i valori dei fattori II, V, VII, IX e X, mentre in caso di carenza di vitamina K (gruppo di sostanze che intervengono nel meccanismo di coagulazione del sangue: la vitamina K stimola, infatti, la produzione di protrombina da parte del fegato) si ha una diminuzione di tutti i fattori, fatta eccezione per i fattori V e VIII.
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