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Scintigrafia Surrenalica Midollare

Esame strumentale usato per la diagnosi del feocromocitoma (tumore). Il feocromocitoma è una forma tumorale rara, le cui cellule derivano da particolari cellule chiamate cellule cromaffini. La maggior parte dei feocromocitomi origina nella porzione midollare della ghiandola del surrene dove sono maggiormente localizzate le cellule cromaffini. L'uomo, sopra ai reni, ha due ghiandole surrenali, che producono ormoni che aiutano l'organismo a funzionare in modo corretto. Normalmente il feocromocitoma origina da una sola ghiandola surrenalica; a volte può avere origine anche in altre parti del corpo, laddove sono presenti cellule cromaffini, come la zona che circonda il cuore o la vescica. La scintigrafia è una metodica diagnostica, che utilizza radioisotopi, ovvero sostanze che, una volta iniettate nel corpo umano, raggiungono organi specifici (detti organi bersaglio) in base alle loro caratteristiche e da lì inviano radiazioni gamma. Le radiazioni sono raccolte da un apparecchio (gamma camera) e tradotte da questo in segnali elettrici, che vengono rielaborati, fornendo un'immagine della loro distribuzione. Da tale immagine si può risalire alla struttura dell'organo e, con opportuni accorgimenti, anche alla sua funzionalità. Poiché i feocromocitomi localizzati alle ghiandole surrenali producono catecolamine (ormoni), come radioisotopo per l'esecuzione della scintigrafia surrenalica midollare si usa una di tali sostanze (noradrenalina) marcata, vale a dire precedentemente modificata e trattata con una sostanza radioattiva (iodio 131). La sostanza adoperata è la meta-iodo-benzil-guanidina o 13I-MIBG. Come si effettua l'esame? Il radioisotopo è iniettato in una vena del paziente attraverso un apposito sistema (butterfly a tre vie) 5-6 ore prima di iniziare l'esame, allorché, egli viene fatto distendere su un lettino con la gamma camera posizionata sulla regione lombare. Si effettua una prima acquisizione di immagini, cui ne seguirà un'altra a 24 ore dalla somministrazione della dose. Per ogni serie di immagini sono necessari circa trenta minuti. Il paziente deve seguire una procedura di preparazione all'esame. Due giorni prima di assumere il radioisotopo deve ingerire una soluzione concentrata di iodio (Lugol al 2%), che serve ad impedire che lo stesso radioisotopo sia captato dalla ghiandola tiroide, falsando i risultati. La scintigrafia è una tecnica molto sensibile. É capace di rilevare lesioni molto piccole, come tumori in via di formazione e metastasi (masse tumorali formate da cellule derivanti da un tumore localizzato in un'altra parte dell'organismo). Si tratta di un esame non pericoloso, perché i radioisotopi utilizzati non possono provocare reazioni allergiche, sono eliminati rapidamente dall'organismo ed emettono radiazioni in minima quantità.
 



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