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Ossigenazione

La maggior parte dei processi vitali avviene in presenza di ossigeno. Pertanto, l'ossigenazione, vale a dire il corretto apporto d'ossigeno a tutti i tessuti e le cellule, è la prerogativa di un giusto funzionamento dell'organismo. (O2) per il loro espletamento. Il compito di trasportare l'ossigeno dai polmoni, dove avviene lo scambio gassoso (l'anidride carbonica è espulsa e l'ossigeno è assorbito), a tutte le cellule dell'organismo, è affidato al sangue o, più esattamente ad una proteina del sangue (emoglobina o Hb) contenuta nei globuli rossi. Al di sotto di certi valori di emoglobina non è più garantito un sufficiente trasporto di ossigeno ed è quindi necessario ricorrere ad una trasfusione. Una adeguata concentrazione di emoglobina, da sola, non garantisce una corretta perfusione degli organi vitali, cioè contemporaneamente degli adeguati "arrivo" di ossigeno e "partenza" di anidride carbonica. Il sangue ricco di ossigeno è detto arterioso e quello povero di ossigeno (e, dunque, carico di anidride carbonica) è detto venoso. Affinché sia garantita una corretta perfusione è necessario un adeguato ritorno venoso cardiaco (il sangue cioè che dopo aver perfuso gli organi e i tessuti ritorna al cuore per essere pompato al polmone per scambiare l'anidride carbonica con l'ossigeno), una buona funzionalità del miocardio (il muscolo del cuore, che si contrae per pompare il sangue in tutto il corpo) ed idonee pressione arteriosa idonea (il che significa che nelle nostre arterie vi è flusso di sangue) e diuresi (eliminazione delle urine). E' possibile misurare direttamente tutti questi parametri, ma si tratta di tecniche invasive e, pertanto, dolorose e fastidiose, basate soprattutto sull'introduzione di cateteri e sonde ("tubicini"). Il problema è superato con certi apparecchietto (pulso-ossimetri) che indicano in modo molto preciso alcuni dei parametri indispensabili a capire la situazione perfusionale. Lo strumento possiede un sensore, che è applicato al dito od al lobo del paziente e che determina la percentuale di emoglobina satura di ossigeno (il valore normale nella persona sveglia e sana varia da 92 a 96) e visualizza la cosiddetta "onda pletismografica" (vale a dire i parametri del polso: altezza, ampiezza e frequenza). Il principio di funzionamento si basa sulla proprietà dell'emoglobina di assorbire specifiche porzioni (lunghezze d'onda) della luce. Lo strumento misura la luce che attraversa i tessuti, risultandone riflessa. La misurazione di questi dati, insieme al monitoraggio dell'ECG (elettrocardiogramma, vale a dire il tracciato dell'attività elettrica del cuore), della misurazione dell'anidride carbonica emessa, dei gas anestetici, dell'ossigeno erogato, dell'attività muscolare e della pressione arteriosa rappresentano il monitoraggio base di tutte le tecniche di anestesia (perdita della sensibilità) generale.
 



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