E' il primo prelievo effettuato per verificare la presenza nel sangue degli anticorpi dell'HCV, il virus responsabile dell'epatite C (infezione del fegato). Valori normali nel sangue: assente.
L'epatite C è un'infezione del fegato, una forma di epatite virale molto frequente nei soggetti che in passato hanno ricevuto molte trasfusioni o sono stati sottoposti ad interventi chirurgici o odontoiatrici.
La presenza di HCV associata ad un aumento delle transaminasi (analisi del sangue) indica che il paziente è affetto da epatite cronica di tipo C, ovvero da un danneggiamento del fegato che, a lungo andare può diventare irreversibile (cirrosi epatica).
Gli anticorpi anti-HCV compaiono nel sangue 1-3 mesi (o più) dopo l'inizio della malattia. Generalmente, essi compaiono 6 mesi dopo una trasfusione con sangue infetto (in rari casi anche dopo un anno) e non sono anticorpi che vaccinano contro la malattia, dal momento che possono essere presenti contemporaneamente al virus. Nella maggior parte dei casi l'anticorpo è presente nel sangue per anni dopo l'infezione, ma esistono casi di epatite con rapida guarigione in cui esso scompare dopo circa 10 mesi.
La determinazione dell'anti-HCV è effettuata sul sangue con particolari tecniche (immunoenzimatiche e radioimmunologiche).
Poiché il mezzo più frequente di diffusione dell'HCV è costituito dalle trasfusioni di sangue, attualmente tutti i campioni di sangue sono testati per verificare l'eventuale presenza del virus. Il virus è resistente alle alte temperature; quindi, non viene facilmente eliminato dalle procedure di sterilizzazione che sono normalmente effettuate presso odontoiatri, dermatologi e tutti quei medici che eseguono piccoli interventi chirurgici in ambulatorio. Chiunque venga a contatto con sangue infetto, aghi (da siringa, ma anche per tatuaggi o piercing), strumenti chirurgici è a rischio di epatite C.
Non si sa se il virus possa essere trasmesso per via sessuale, poiché esistono pochissimi casi accertati. Il ruolo del preservativo come protezione sicura al 100% nei normali rapporti sessuali è tutto da verificare.
I casi di contagio tra madre e figlio appena nato sono molto rari e si sa che sono legati alla presenza del virus, oltre che degli anticorpi. Molti medici non richiedono per le donne in gravidanza l'esecuzione del test HCVAb (anti-HCV), perché, in ogni caso, non esiste un possibile rimedio. Altri lo richiedono, perché alcuni studi dimostrano che se il bambino non viene allattato al seno il rischio di contagio è inferiore.
Non esiste attualmente un vaccino per l'epatite C.
Si consiglia visita specialistica in epatologia.
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